Ovvero di come questo blog sia lo spin off di se stesso
Arrivo in questa stazione desolata
di questa cittadina disperata.
Il bar è chiuso.
Nemmeno le cicale.
L'aria è ferma e l'unico rumore è quello di due ragazzi africani
che cercano di legare un vecchio fornetto elettrico dietro una bicicletta.
Un vecchio in canottiera bianca fuma una sigaretta ciabattando avanti e indietro
mentre una Fiat Uno dal colore indefinito passa un paio di volte davanti la stazione,
lentissima, esasperante, quasi fosse ferma e fossimo noi a spostarci.
Il braccio dell'autista penzola oscenamente fuori dal finestrino.
Metto la mia valigia in verticale,
mi ci siedo sopra e accendo una sigaretta
inforcando gli occhiali da sole.
Forse passerà un vecchio autobus rumoroso
tra un'ora, forse due, ma chi lo sa.
Oppure non passerà. In ogni caso c'è da attendere.
In tasca ho un pezzo di pizza.
In tasca?
RispondiEliminaIn TASCA ?!?!
buendy !
Io non la mangerei! :P
RispondiEliminaUn'amica qualche settimana fa ha messo dei tartufi al cioccolato(senza involucro)nella tasca interna della sua borsa. Il risultato sarà stato grosso modo lo stesso.
RispondiEliminaE le sono anche piaciuti. Almeno così ha detto.
Lo passate così il tempo lì a Vibo Valentia?
RispondiEliminaè il remake di into the wild? La Fiat Uno al posto del Magic Bus è il tocco di classe.
RispondiElimina@melissatrespass:beh sì tecnicamente era in tasca anche se mi rendo conto che non è mi sia spiegato benissimo. A leggere così pare avessi sto pezzaccio unto ficcato ripiegato a foglietto nella tasca dei jeans.
RispondiElimina@coffegirl: e invece l'ho mangiata con tanto tanto gusto :) Vabbè mi spiego meglio, la pizza era incartata nella stagnola e chiusa in un sacchetto di cellophane. Il tutto era infilato nella tasca bassa laterale dei pantaloni corti (rigorosamente al ginocchio eh che detesto sia i pantaloni corti sopra al ginocchio sia quelli alla caviglia/polpaccio).
@plenamar: oh a questo punto sono stato più fine io che insomma come ho detto la piazza era bella che incartata instagnolata e incellophanata. La tua scena mi ha fatto venire in mente quelle signore del sud che hanno sempre roba da mangiare pure in borsa e in ogni momento la "cacciano" fuori dicendo ancora masticando " volete?"
@emix: hai sbagliato di poche decine di km. Davvero. Quella di cui ho parlato è esattamente la stazione successiva, verso sud, a Vibo Valentia.
@bibbywankenobi col cavolo che Christopher McCandless/Emile Hirsch sarebbe sopravvissuto più di qualche ora dalle parti di quella stazione... Tze. A Christopher viè a farlo in Aspromonte into the wild. Roba che nemmeno Bear Grylls.
è che ormai sono abituata a gente che dalla valigia caccia nientepopodimenoché delle Simmenthal(!!)di produzione propria. Altro che tracciabilità... sappiamo pure il nome del maiale calabro da cui sono state prodotte. Perché ai maiali, sempre si dà un nome.
RispondiEliminaquesta storia del blog estivo mi ricorda troppo la colonia.
RispondiEliminae io, in colonia, non ci sono mai stata.
@plenamar: a me spaventa proprio l'idea in se di una sorta di simmenthal fatta in casa.
RispondiElimina@funKu: dirò che abitando a circa 200 metri dal mare nemmeno io sono mai stato in colonia. Anzi ora me ne vo al mare ecco.
Tu mi vuoi dire che il mio stereotipo semi-offensivo in realtà è reale??? Beh, tutto sommato non sono poi così meravigliato come vorrei far credere abusando dei punti interrogativi.
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